Da Esperidina a Responsabile della “Reception Camping”,
quando l’affetto si trasforma in passione
“Il campeggio Le Esperidi occupa un posto speciale nel mio cuore, perché è il luogo che sia i miei nonni che i miei genitori hanno scelto per trascorrere le loro vacanze. Posso dire di esserci nata perché mia madre mi ha portata in campeggio subito dopo il parto. Questo significa che la mia famiglia lo ha sempre ritenuto un posto sicuro, adatto ai bambini, anche piccolissimi, dove potersi rilassare immersi nella natura”
Alessia Conti, nata a Firenze, laureata in lingue, dinamica, ha due grandi passioni: giocare a pallavolo e viaggiare. Appena diplomata, ha avuto l’opportunità di lavorare in uno dei suoi posti preferiti, Le Esperidi. La sua conoscenza delle lingue le ha permesso di lavorare in Reception nei mesi estivi continuando a studiare all’università, fino alla laurea. L’anno scorso, insieme al suo ragazzo, ha deciso di trasferirsi da Greve in Chianti a Bibbona.
Vuoi condividere con noi i tuoi ricordi più belli legati a Le Esperidi?
Alcuni ricordi sono miei personali e altri sono storie che ho sentito raccontare in famiglia.
I miei nonni hanno iniziato a trascorrere le loro vacanze estive in questo campeggio con i figli piccoli e da allora non hanno mai smesso di venire. Le Esperidi fa parte della storia della mia famiglia.
Spesso mio padre mi racconta di come era diverso il campeggio quando ci veniva da bambino; le strutture esistenti e i servizi erano più semplici e la maggioranza delle persone aveva la tenda. Tra i suoi ricordi più belli ci sono sicuramente le partite di calcio, giocate in pineta insieme ai ragazzi del campeggio, tra cui Umberto, con mio nonno che allenava la squadra. Erano riusciti a organizzare dei tornei di calcio fra i vari campeggi della zona, che si svolgevano ogni anno, scatenando grandi passioni e rivalità sia nei giocatori che negli spettatori. Sicuramente anche molti dei miei ricordi da piccola sono legati a questo posto.
Mi ricordo ancora l’inizio della trasformazione del campeggio in villaggio con la comparsa delle Villette, così venivano chiamati i primi bungalows. Oppure di quando veniva celebrata la Messa nella Chiesina interna al campeggio, un’affascinante struttura in legno tuttora esistente che evoca la spiritualità della natura. Mi ricordo che seguivamo tutti insieme la Messa direttamente dalla nostra piazzola, perché eravamo molto vicini. Per non parlare della prima macchinina elettrica! Il sogno di tutti noi bambini era fare un giro sulle macchinine elettriche: le vedevamo passare per il campeggio e appena se ne fermava una le facevamo la posta, nella speranza di poterci salire e fare un giro. A volte capitava che fosse il giorno fortunato! Stesso desiderio che, a distanza di anni, vedo negli occhi dei bimbi di oggi. Non nascondo che le poche volte in cui mi capita di essere alla guida, sono sempre emozionatissima.
I miei ricordi di adolescente sono legati al “campino” di beach volley. Ci trascorrevo interi pomeriggi a giocare insieme ai miei amici. Le Esperidi è un luogo a cui io e la mia famiglia teniamo in particolar modo: i miei nonni avevano la roulotte per tutto il periodo estivo e io e mia sorella ci passavamo mesi interi. Ogni inverno non vedevamo l’ora di tornare alle Esperidi e non solo noi due bambine, ma anche i nonni.
La tua famiglia viene ancora qui in vacanza?
Sì. Anche se è cambiato il modo di fare vacanza; le mie nonne, con l’avanzare dell’età, hanno preferito scegliere la comodità di un Villino. Così mi fanno compagnia e le posso andare a trovare nei momenti di pausa. Anche i miei genitori approfittano dei weekend per venire in tenda a Le Esperidi sia per stare con me, che per respirare aria di casa, rilassarsi e vedere tutte le novità che ogni anno offre il Campeggio.
Com’è avvenuto il tuo passaggio da ospite a membro dello staff di Le Esperidi?
È successo tutto per caso e forse è stato più bello. È iniziato come lavoro stagionale, lavoravo nei mesi estivi mentre d’inverno studiavo all’università, giocavo a pallavolo e viaggiavo. Ora sono 10 anni che lavoro qui e dall’anno scorso mi sono trasferita in zona. Sono una ragazza molto dinamica e ho sempre avuto due grandi passioni: giocare a pallavolo e viaggiare. In base a queste due passioni ho pianificato gran parte della mia vita fino ad oggi. Adesso per me è naturale stare dietro al desk della reception, ma i primi tempi non essere più una campeggiatrice ma far parte dello staff mi appariva molto strano. Ora sono felice di poter dare il mio contributo in un luogo collegato in modo indissolubile alla mia infanzia e alla mia crescita personale e professionale. Ricordo ancora l’emozione dei primi giorni di lavoro: era metà maggio, Pentecoste, quindi un periodo di ferie per i tedeschi, era il mio primo lavoro e temevo di non capire o di non essere capita. Per me era tutto nuovo e io avevo una paura immensa di sbagliare, anche perché ci tenevo tantissimo a fare bene. A farmi superare le mie insicurezze sono state le colleghe che mi hanno accolto con il sorriso e messa a mio agio; sono state premurose e pazienti con me che dovevo imparare tutto da zero.
Dalla Reception a Responsabile della “Reception Camping”. Come ti poni davanti a questa nuova sfida?
Quella appena conclusa è stata la mia decima stagione a Le Esperidi. È un percorso di continua crescita e questa nuova sfida la affronto con serenità, consapevole delle mie capacità e di far parte di una squadra dove sono tutti pronti a collaborare per il solito obiettivo.
Per lavorare a Le Esperidi ti sei trasferita col tuo ragazzo da Greve in Chianti. Come vi siete adattati a vivere da queste parti?
È poco più di un anno che viviamo in zona e ci troviamo molto bene. Quando si è presentata l’occasione di trasferirsi era un periodo un po’ particolare per tutti, eravamo nel secondo lockdown ma abbiamo comunque deciso di fare i bagagli e cambiare casa. È stato divertente leggere gli annunci, vedere gli appartamenti, traslocare; ma anche un po’ stressante, specialmente perché era il periodo delle zone e dei colori, giallo, arancione, rosso. Il mio ragazzo dopo poco ha trovato lavoro a Bolgheri nel suo settore, quello del vino. Ci troviamo molto bene: siamo in un posto fantastico dove non manca assolutamente nulla e, nel raggio di pochi chilometri, possiamo spaziare dal mare, alla pineta, alle colline dell’entroterra. Insomma, non ci si annoia mai.
Che rapporto hai con la natura del luogo?
Quando posso, prima di entrare al lavoro o finito il turno, vado a fare una corsa nella pineta demaniale confinante con Le Esperidi e mi rilasso nel verde. Il fascino della pineta a ridosso del mare, il colore dell’acqua limpido e cristallino, l’aria sana e pulita creano un’atmosfera per me rigenerante.
Sei riuscita a crearti delle amicizie?
Ho tantissimi bei ricordi che riguardano le amicizie che sono nate in campeggio, sia di quando ero piccola che degli anni più recenti. Questo lavoro permette di conoscere tante persone e arricchirti umanamente.
Anche se l’impegno richiesto può essere intenso, non mancano mai momenti di divertimento, sia fra noi colleghi che con gli ospiti.
Alcune delle mie amicizie più importanti sono nate qui, rapporti profondi che persistono nel tempo e che mi porterò dentro per sempre.
S.A.