Il Custode del Patrimonio Forestale
“Offrire la mia professionalità e salvaguardare le piante del luogo dove io e la mia famiglia passiamo le vacanze è un piacere e, non lo nascondo, la cosa mi rende particolarmente orgoglioso ! ”
Francesco Presti è nato a Livorno nel 1977; da sempre affascinato dalle scienze naturali e dalle tematiche ambientali ha frequentato la facoltà di Agraria presso l’università di Pisa laureandosi nel 2005. L’anno successivo ha superato l’esame di Stato e si è iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Livorno iniziando l’avventura della libera professione. Vanta numerose collaborazioni con enti pubblici (Scuole, Istituti Penitenziari, Comuni) per la progettazione e lo sviluppo di percorsi di agricoltura sociale che legano il lavoro con le piante alla riabilitazione, alla terapia e al reinserimento sociale di persone che genericamente la società chiama “svantaggiate” e privati. Oltre a scrivere articoli e contributi su alcune testate web che si occupano di agricoltura e ambiente, si occupa di formazione, agricoltura biologica, olivicoltura, orticoltura, valutazione di stabilità delle piante arboree e in generale di progettazione del verde urbano per soggetti privati ed enti pubblici.
Com’è cambiato il territorio intorno Marina di Bibbona negli ultimi anni?
Si tratta di un territorio di pregio sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista della vocazione agricola. Il piccolo paese di Marina di Bibbona non mi sembra cambiato molto, mentre il contesto ambientale un po’ è mutato, per alcuni aspetti purtroppo in peggio. Un attento osservatore avrà notato che la spiaggia negli anni è retrocessa e che la grande pineta che arriva fino a Cecina avrebbe necessità di una più attenta cura e manutenzione. Nell’immediato entroterra le attività agricole legate sopratutto alla filiere del vino e dell’olio continuano a modellare il paesaggio rendendo incantevoli molti scorci grazie ai giochi di colore che danno vita a suggestioni uniche. Fortunatamente resistono buone superfici a bosco sulle colline dell’entroterra che sono un salvagente per la biodiversità animale e vegetale di questo territorio.
Si parla molto di cambiamenti climatici con fenomeni meteorologici che si fanno sempre più estremi; quali impatti puoi confermarci di aver osservato in prima persona?
Purtroppo i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti noi. Grazie al potere della rete informatica siamo a conoscenza di dati sulle forti alterazioni climatiche che si verificano in tutto il mondo con conseguenze drammatiche sui territori colpiti. Morti, distruzione delle infrastrutture, incalcolabili danni economici, disagi enormi per interi areali colpiti da questi eventi estremi ci fanno capire quanto siamo insignificanti rispetto agli elementi della Natura. A livello locale, abitando a Livorno, ho toccato con mano l’alluvione che ha colpito la città nel settembre del 2017. L’evento ha causato 9 morti, ingenti danni a case, piccole e grandi attività produttive. Inoltre, lavorando nel settore agricolo come tecnico, è indispensabile esercitare un monitoraggio dell’andamento climatico locale. Devo dire che negli ultimi anni è un continuo susseguirsi di record che il clima fa registrare sul territorio con estati siccitose e caldissime, inverni caldi, eventi piovosi di intensità mai vista, venti che soffiano come uragani tropicali. Sta scomparendo la stagionalità, gli eventi meteo diventano sempre più intensi e si verificano con frequenza sempre maggiore. Come collettività siamo impreparati a questi cambiamenti e il tutto produce enormi danni alle colture agrarie e in generale a tutto il settore primario.
Come vedi il futuro del nostro Pianeta?
Questa è una domanda molto difficile a cui rispondere. Scienziati, studiosi, ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di creare modelli informatici che utilizzano una mole enorme di dati per rispondere a questa domanda. Da anni la comunità scientifica sta lanciando numerosi appelli al mondo della politica globale per cercare di cambiare i nostri modelli di vita e diminuire l’impatto sull’equilibrio del pianeta. Purtroppo le cose stanno cambiando troppo lentamente rispetto alla velocità con cui stiamo sconvolgendo la Terra; possiamo solo tristemente prendere atto della miopia di chi fa una vuota propaganda non riuscendo a calare nella realtà misure concrete che ci possono avviare verso un cambiamento reale.
Lavori nel campo dell’agricoltura sociale con progetti in comunità di recupero, centri per disabili, ecc… Vuoi condividere le tue esperienze più toccanti?
Lavorare con le piante può dare molte soddisfazioni e lavorare con persone che hanno uno svantaggio fisico, mentale, sociale può darne altrettante. Ma non fraintendermi non sto dicendo che sia tutto rosa e fiori, anzi, spesso la componente umana e la drammaticità dei luoghi in cui lavoro sono di non facile gestione a livello umano ed emotivo. Negli anni ho vissuto molte vicissitudini ed esperienze significative; provo a raccontarti un episodio che, tra tanti altri, alcuni molto dolorosi, mi ha particolarmente segnato.
Ho lavorato per molti anni come consulente agronomico su una piccola isola davanti a Livorno, l’ultima isola carcere rimasta in Italia: l’isola di Gorgona.
I collegamenti avvenivano con un traghetto o con la motovedetta della Polizia Penitenziaria, in inverno la navigazione era sempre difficile. Era il giorno dei colloqui e mi ricordo di queste 3 donne che viaggiavano con me sul piccolo motoscafo del Ministero della Giustizia. Sembravano uscite dalla serie “Gomorra”, dopo un lunghissimo viaggio dalla Campania portavano sul volto tutta la stanchezza e la sofferenza di chi non vede un proprio caro da tempo ed è disposto a tutto per rivederlo anche solo per qualche ora. Fu un viaggio difficile, con onde che facevano oscillare tantissimo la barca mettendo a dura prova lo stomaco di tutti. Riuscimmo ad arrivare sull’isola e per me la giornata si svolse normalmente. Quando arrivò l’ora del rientro mi avviai verso il piccolo porto dove la motovedetta era pronta per partire. La strada passava accanto all’area dove avvenivano i colloqui con i detenuti; le tre donne stavano salutando un uomo che conoscevo di vista e che mi salutò con il cenno di una mano; ricambiai e mi allontanai in fretta cogliendo la delicatezza del momento. L’uomo stava salutando le 3 donne ed era chiaro che nessuno sapeva quanto tempo sarebbe passato prima che potessero incontrarsi nuovamente. Fatto qualche decina di metri mi voltai un attimo e notai che si erano incamminate sulla mia stessa strada per raggiungere il porto. Le lacrime solcavano i loro volti e i pianti erano dirompenti. Il vento quel giorno era calato e il mare si era calmato. Come spesso capitava, ognuno riprese il proprio posto sulla barca e mi trovai nuovamente le 3 donne davanti. Per tutto il viaggio alternarono il pianto, forse per il troppo dolore che stavano provando, alle risa per la gioia di aver visto il loro caro; piansero senza vergogna, senza il timore di essere giudicate. Non dimenticherò mai quel viaggio e quelle tre donne piangenti con i loro sguardi, i loro occhi, fieri, segnati, tristi, stanchi, rassegnati.
Sei un cliente affezionato de Le Esperidi… so che trascorri parte delle tue vacanze nel Camping-Village da 12 anni; cosa ti lega a questo posto? Come lo hai visto cambiare nel tempo?
Dopo tutti questi anni il Camping “Le Esperidi” per noi è casa, ci siamo innamorati subito del luogo e del contesto naturale, del rispetto che la Direzione ha per l’ecosistema e le azioni che ha realizzato negli anni per la salvaguardia di questo patrimonio. Per esempio la produzione di energia da fonti rinnovabili, la raccolta differenziata dei rifiuti, le nuove piante che tutti gli anni vengono messe a dimora. I miei figli sono cresciuti estate dopo estate nel campeggio, qui si respira un’atmosfera particolare grazie alla cordialità dello staff, alla qualità dei servizi e la bellezza del mare rende per noi il soggiorno a “Le Esperidi” un’esperienza irrinunciabile. Per me e la mia famiglia andare “Le Esperidi” significa rallentare. Prendere una pausa dai ritmi stressanti e frenetici che contraddistinguono il nostro stile di vita: stop cellulare, televisione, auto, traffico, smog. Riflettendoci bene posso dire che per noi sono una terapia rigenerante per il corpo e per la mente!
In questi anni ho visto cambiare il Camping sempre in meglio, vengono fatti tutti gli anni degli investimenti, delle migliorie, delle riqualificazioni per aumentare la qualità dei servizi: dai bagni nuovi, al bar, agli spettacoli, alle attività per i bambini, all’offerta gastronomica e naturalmente il lago balneabile, una vera eccellenza della struttura.
E quest’anno hai ricevuto anche un incarico professionale per monitorare lo stato di salute del patrimonio forestale dell’Esperidi e guidare gli interventi di necessaria manutenzione.
Essendo rimasto affascinato dal primo momento della bellezza del contesto ambientale del Camping “Le Esperidi”, ho cercato negli anni di fornire, spontaneamente, alcuni consigli al personale per cercare di migliorare la gestione del verde.
Probabilmente la mia dimostrazione di interesse e la mia professionalità sono state apprezzate al punto tale che da quest’anno ho ricevuto l’incarico di cui mi chiedi. Abbiamo subito iniziato facendo delle delle “iniezioni” sotto corteccia con specifiche sostanze per cercare di salvare una decina di querce di recente impianto che avevano subito un forte stress da trapianto e su cui ho riscontrato un attacco parassitario a carico di insetti e funghi. Ora sto seguendo gli interventi di potatura della Pineta, a breve valuteremo la stabilità delle essenze arboree….
Offrire la mia professionalità e salvaguardare le piante del luogo in cui io e la mia famiglia passiamo le vacanze è un piacere e non lo nascondo, la cosa mi rende particolarmente orgoglioso!
S.A.